La fiera degli oh bej oh bej
Incoronazione e morte di Gian Galeazzo Visconti
Guglielma e Maifreda - due eretiche milanesi
Pesti e lazzaretti a MIlano
L'origine degli Sforza
Milano magica
Porta Garibaldi
Porta Giovia
Porta Nuova ai Bastioni
Porta Monforte
Porta Nuova
Porta Romana
Porta Ticinese antica
Porta Ticinese
Porta Tosa
Porta Venezia
Storie di streghe milanesi
Storie di vita - immigrazione a Milano
Un matrimonio mancato
Una scuola tutta colorata
La nascita dell'Università Bocconi
Storia e identità della città di MIlano - I danée
I soldi, a MIlano, hanno sempre rappresentato un valore: era l'unica città nel mondo in cui si diventava patrizi per reddioto, e non per nomina regia, o vescovile. Ai falliti venivano tirate giù le braghe e poi venivano ammazzati, fra gli insulti di amici e parenti.....!!!!!
Storia e identità della città di MIlano - La zia e la pest
Nell'antichità, la gente non si separava dai propri morti: e così a Milano, la città dei vivi galleggia su centinaia di migliaia di scheletri, sediementati in secoli di epidemie e di pestilenze.
Storia e identità della città di MIlano - Il lauràa
Il lavoro è stato l'elemnto fondante dell'identità lombarda fino a poco tempo fa: i soldi erano sì importanti, ma come giusta ricompensa all'impegno profession ale. Un uomo che non era capace di usare le sue mani, anche se era un grande intellettuale, era considerato un menomato.
Storia e identità della città di MIlano - La schola
In Lombardia Maria Tersa d'Austria impone l'obbligo scolastico dal 1774. Istituisce anche la prima scuola magistrale. Ma - strano a dirsi....- la scuola fu sostenuta dalle comunità molto più in montagna che nei contesti urbani.
Storia e identità della città di MIlano - La ligera
La vecchia mala era l'espressione dei ceti più bassi della città, condannati al precariato e alla fame perpetua. Per poter vivere insieme, si diedero delle regole feree, che contemplavano un rigido codice d'onore che, malgrado tutto, li rendeva degni di rispetto e ammirazione.
IL RISORGIMENTO - Cronologia di una rivolta
Il "lungo" XIX secolo che parte dalla rivoluzione francese e arriva alla prima guerra mondiale passando per la rivoluzione russa è il secolo in cui si conquista la democrazia in Europa, a furia di rivolte contro il potere e di sangue. E' un periodo scomodo, tanto è vero che al di là delle commemorazioni per i centenari si preferisce tacere e si fa finta che non sia successo niente. In realtà sono 150 anni in cui le masse europee - e Milano in prima fila, perchè fu proprio nella capitale lombarda che il Risorgimento raggiunse il suo apice - conducono una lotta armata senza quartiere, e in gran parte riescono a liberarsi dai governi di re e regine.
Il risorgimento a Milano - i primi moti del 1820 - 30
Milano sotto gli Austriaci è una città estremamente avanzata: il Lombardo Veneto copre solo un diciottesimo dell'impero, ma produce un sesto delle tasse. Questo fa sì che diventi terreno di sperimentazione sociale: a Milano si "provano" politiche di welfare mai viste da nessuna parte: l'edilizia agevolata, i consultori medici pubblici, la scuola obbligatoria anche per le bambine...... e i milanesi rispondono rivoltandosi, organizzando la lotta armata, entrando in clandestinità e trafficando armi.
Il risorgimento a Milano - le Cinque Giornate
A Milano i capi della rivolta erano economisti: iniziarono con uno sciopero fiscale. I milanesi, per mesi, non fumarono e non giocarono al lotto. Gli austriaci li provocavano in ogni modo fino a quando, coi nervi a fior di pelle per astinenza da tabacco, non finì a coltellate e questo diede la scusa di un grande rastrellamento. A quel punto la rivolta fu totale: dopo cinque giorni di lotta durissima, gli austriaci furono cacciati. Carlo Alberto si presentò a cose fatte, poi tradì la città (i milanesi gli spararono ma lo mancarono: apposta, per avvertirlo. Noi non siamo assassini), e la riconsegnò in mano a Radetzky. Il sogno federale di Cattaneo fallì, lui andò in Svizzera e fondò il Politecnico di Zurigo; gran parte degli intellettuali rivoluzionari e del popolo di Milano emigrò per non tornare sotto l'impero asburgico. In poco più di dieci anni però li "i cruàa" dovranno andarsene. In cambio, a denti stretti, dovranno accettare i Savoia.
Il risorgimento a Milano - il 1898 e la fine di un sogno
A Milano il risorgimento aveva anche una forte connotazione sociale. Il proletariato milanese non solo era ferocemente repubblicano e avverso ai Savoia, ma anche tendenzialmente socialista. E se nel passaggio al Regno d'Italia la legislazione sociale era tornata indietro di almeno vent'anni - Cattaneo avrebbe preferito rimanere con l'Austria piuttosto che essere annesso al Piemonte arretrato e bigotto - l'economia e l'industria riuscivano a svilupparsi malgrado tutto. Quando lo Stato impone una feroce tassa sulle farine, però, il popolo affamato insorge: e comincia una grande manifestazione dalla Breda, con la gente che arriva in Duomo. Ma quella volta, per piegare orgoglio e rivendicazioni di un proletariato in ascesa, il governo usò i cannoni, e il re decorò il generale che aveva sparato sulla folla. Qualche anno dopo però, l'anarchico Gaetano Bresci tornò apposta dall'America per ammazzare il re. Lo seccò a Monza, davanti alla società sportiva Forti e Liberi.